In zona Scalo Romana, proprio di fronte a Fondazione Prada e al complesso di Symbiosis, in via Adamello 10 sorgerà un nuovo edificio residenziale di 15 piani e progettato da Arassociati.
Scalo Romana è la zona, forse, più dinamica di Milano e che vedrà presto la trasformazione grazie alla riqualificazione dello scalo ferroviario con un parco e nuove funzioni, tra le quali il villaggio Olimpico per i giochi invernali del 2026.
Zona prettamente industriale che lentamente sta cambiando in un mix eterogeneo di nuovi interventi e di rigenerazioni di vecchi spazi industriali.
Il progetto prevede la costruzione di un complesso edilizio, composto da due corpi di fabbrica staccati tra loro: una stecca bassa di 4 livelli fuori terra che completa la cortina sulla via Adamello ed un edificio a torre di 16 livelli fuori terra interno e centrale al lotto.
La proposta di progetto utilizza circa 6.450 mq di slp ed è caratterizzata, da un piano terra molto permeabile alla vista ed un forte rapporto con il verde che diventa complementare all’architettura. Sono previsti inoltre due piani interrati per parcheggi e cantine serviti dai corpi scala degli edifici e da una rampa veicolare con accesso da via Adamello.
Aspetti tipologici e architettonici.
La stecca e la torre sono formalmente indipendenti tra loro ad eccezione del sistema di atri principali che le collega centralmente al lotto. La soluzione, pur mantenendoli distanziati, unisce i corpi di fabbrica a livello del primo piano tramite una pensilina vegetata caratterizzata architettonicamente che dispone la torre in modo da mantenere la giacitura dell’impianto ortogonale rispetto il volume basso e la strada pubblica. Il piano terra degli edifici ha un’altezza maggiore per assecondare gli spazi di rappresentanza e d’uso esclusivo condominiale ma anche per favorire l’introspezione visiva degli ambienti e del giardino.
L’elemento di unione dei due edifici costituisce una sorta di volume coperto ma aperto in cui filtra la luce anche dall’alto e che permette l’auspicata “visibilità/percezione dell’intervento dallo spazio pubblico ma anche degli spazi privati che costituiscono la “scena fissa” della vita quotidiana” (cit. art. 4 del Manifesto degli indirizzi CpP di Milano).
Gli edifici al piano terra, oltre all’ingresso pedonale e veicolare, sono dotati di spazi comuni ad uso esclusivo condominiale realizzati in stretto rapporto con il giardino interno caratterizzato da un disegno avvolgente con geometrie spezzate che si conforma attorno alla torre.
I prospetti di progetto assecondano la diversità tipologica dei corpi di fabbrica e nel loro insieme propongono un linguaggio che permette una eccezionale qualità formale e compositiva pur rimanendo nell’ambito del repertorio moderno dei nuovi interventi del contesto.
Elementi che contribuiscono a dare continuità al linguaggio sono la ripetizione lineare delle fasce orizzontali dei marcapiani e una ragionata alternanza dei pannelli verticali e delle finestre a tutt’altezza in cui le variazioni sono espresse solo dal rapporto tra i pieni e vuoti delle logge. Il riferimento è rivolto ad edifici come la torre al parco di Vico Magistretti o le residenze di via Quadronno di Mangiarotti, testimoni di un’elegante e sobria razionalità architettonica del tutto milanese.
E’ significativo inoltre il rapporto che si instaura tra parti edificate e progetto del verde sia sul fronte stradale sia all’interno del lotto. Nel primo il verde diventa elemento architettonico nella caratterizzazione della facciata lineare; nel secondo elemento di decoro e mitigazione che configura il giardino e che viene reso più percepibile anche dall’esterno tramite gli ampi varchi d’ingresso al piano terra. La continuità tra verde pubblico e verde privato anche visiva diventa una scelta migliorativa nei confronti del nuovo contesto urbano di rigenerazione.
Il vecchio edificio industriale, come abbiamo visto, è stato demolito recentemente, ora si attende l’avvio del cantiere vero e proprio.